Il grano saraceno è da sempre legato all'alimentazione dell’uomo e la sua coltivazione risale ai tempi dei Sumeri. Si tratta di una pianta erbacea annuale, appartenente alla famiglia delle Poligonacee, di cui esistono numerose sottospecie, che si presta a essere coltivata in climi temperati.
Utilizzato per produrre la farina di frumento, il grano saraceno non è un cereale, è completamente privo di glutine. La pianta di grano si presenta con un fusto cilindrico, con foglie ovali o triangolari e infiorescenze di colore bianco o rosa all'estremità di ogni ramo. I frutti sono dei piccoli acheni, che nascondono all'interno un seme, che vengono raccolti quando diventano scuri. Proprio dai semi si ricavano i germogli o la farina una volta che vengono essiccati.
Elementi nutrizionali
Sono un alimento con un elevato valore nutritivo, energizzante e con diverse proprietà terapeutiche. Possono essere consumati crudi o cotti. Presentano un valore energetico pari a 155 calorie, ogni 100 grammi.
I germogli di grano saraceno sono ricchi di:
- sali minerali
- vitamine
- proteine
- enzimi
- carboidrati di origini animale
- manganese
Utilizzi in cucina dei germogli di grano saraceno
I germogli di grano saraceno sono indicati per l’alimentazione di vegani, vegetariani, crudisti e da coloro che vogliono mangiare sano. Hanno un sapore delicato e si possono mangiare cotti o crudi, individualmente o combinati con altri alimenti. Inoltre, possono essere impiegati per preparare: insalate, contorni, piatti freddi, minestre, sughi e in particolare sono perfetti da abbinare al riso. Il modo migliore per gustarli da soli è di cucinarli al vapore o saltati in padella con poco olio. Sono ottimi per realizzare un porridge per la colazione, combinando i germogli macinati con mela grattugiata, latte di cocco, fiocchi di avena integrale, mandorle e cannella. È importante notare che i germogli devono essere consumati freschi, nel giro di pochi giorni, altrimenti tendono a diventare duri.
Suggerimenti
I germogli di grano saraceno si possono ottenere mettendo i semi in una garza e fermando il processo di germogliazione dopo due o tre giorni dall'inizio o dopo una settimana. nel primo caso si ottengono germogli propriamente detti, completi di seme, nel secondo l’erba di grano. Inserendo i piccoli germogli in una vaschetta con un velo d’acqua, si possono tenere costantemente umide le radici e favorire la crescita dei germogli.