Microgreens di Ravanello: come coltivarli?
Quando la parola d’ordine della nostra alimentazione è salute, non possiamo non parlare di microgreens. Si tratta, facendo una traduzione letterale, di micro ortaggi che hanno trovato successo nel nostro paese solo negli ultimi anni ma che hanno ormai acquisito un gran numero di fans nei paesi del Nord America e del Nord Europa. Il microgreens viene raccolto dopo massimo 20-30 giorni dalla semina (il periodo varia a seconda del tipo di ortaggio) per mantenere la loro tenerezza e, insieme ai già noti germogli, sono i protagonisti dei piatti gourmet dei migliori chef in tutto il mondo.
Ma non si tratta solo di dare eleganza, estro e carattere ad un piatto stellato, il consumo di microgreens riguarda soprattutto la nostra salute. Vedremo qui nel dettaglio come si coltivano, quali sono le caratteristiche biologiche e l’utilizzo in cucina dei microgreens di ravanello.
Le proprietà benefiche del microgreens di ravanello
Il microgreens di ravanello fa parte della famiglia delle Cruciferae nella quale troviamo anche la verza, il broccolo, le cime di rapa, il cavolfiore, la senape, il crescione e la rucola. Ciò che sorprende dei microgreens in generale, è che contengono una carica vitaminica e carotenoide molto più alta rispetto agli ortaggi normali e questo sviluppa una serie di benefici per l’organismo umano non indifferenti, primo tra tutti l’attivazione della digestione e il potenziamento delle difese immunitarie rispetto a molte malattie. Il microgreens di ravanello, in particolare, ha un valore di vitamina E pari a 126,8 mg per 100 grammi, cifre sorprendenti se paragonate agli ortaggi comuni. La scienza dunque incoraggia la coltivazione e l’acquisto di questi prodotti che, se coltivati in casa, hanno il vantaggio di essere biologici al 100% e di essere consumati con la massima freschezza.
Anche i minerali mantengono una densità maggiore in rapporto agli ortaggi adulti: calcio, potassio e antiossidanti a volontà per rallentare il processo di invecchiamento cellulare del nostro organismo, sono inoltre poveri di sodio e favoriscono la circolazione sanguigna tenendo sotto controllo la pressione.
Per coltivarli, inoltre, non sarà necessario avere un giardino o chissà quali strumenti agricoli. Serve qualche vaschetta in plastica, anche riciclata per rinforzare il concetto del vivere green, qualche sacchetto del giusto terriccio e tanta, tanta passione. I microgreens di ravanello così come altri micro-ortaggi si trovano anche già pronti in alcuni negozi bio che si sono ormai diffusi a macchia d’olio sul nostro territorio. Un vantaggio per coloro che non hanno il tempo o la passione per dedicarsi a questa attività ma che restano attenti alla propria alimentazione e sono aggiornatissimi sui nuovi stili in cucina. Quasi impossibile invece trovarli nei comuni supermercati data la loro alta deperibilità.
Chi volesse invece dar sfogo al proprio pollice verde, potrà sfruttare le poche e semplici indicazioni di seguito fornite per dar vita al proprio personale microgreens garden.
La differenza tra i microgreens di ravanello e i germogli
Chi non è ancora addentro all'argomento confonderà facilmente i germogli con i microgreens, ma non sono la stessa cosa. I micro-ortaggi si collocano uno step dopo quello dei germogli come tempo di maturazione e raccolta e si fermano uno step prima che la pianta raggiunga l’età adulta: questo fa si che gli elementi nutritivi restino più concentrati e non si dà il tempo a microrganismi e batteri di attaccare il frutto.
Microgreens del ravanello: il terreno più adatto
Per ottenere un ottimo risultato bisogna conoscere i passaggi che in generale ci aiutano nella coltivazione dei microgreens.
Il microgreens di ravanello ha bisogno di un terriccio misto, molto organico per far sì che sia ricco di sostanze nutritive e deve avere sempre una buona percentuale di umidità senza che questa faccia sviluppare funghi o muffe. Ideale è quindi una porosità dell’85% ottimale per la ritenzione idrica ma anche per una buona aerazione delle radici. È consigliato che il pH del terreno si mantenga tra i 5,5 e i 6,5 e che sia ovviamente privo di metalli pesanti e sostanze inquinanti. Per il substrato si può optare per la lana di cocco, la torba, la perlite, la vermiculite o addirittura il cotone idrofilo comunemente usato negli esperimenti scolastici.
Dove coltivarli
È sufficiente una comune vaschetta presente in casa per coltivare i microgreens di ravanello e tutte le altre specie presenti in natura. Questa deve però avere il fondo forato (si può eventualmente applicare qualche buco con un semplice cavatappi) per evitare dannosi ristagni. In alternativa si possono acquistare vasi da giardinaggio reperibili ormai anche nei negozi di casalinghi. Le dimensioni ovviamente, sono a discrezione dell’acquirente e a seconda delle quantità che si vuole coltivare, ciò che conta invece, è lo spessore del contenitore in quanto il terreno da adagiare deve essere tra i 5 e i 10 cm, per permettere alle piccole radici di non fare fatica a trovare la giusta idratazione rischiando di vanificare il tutto. È necessario inoltre lasciare un centimetro di distanza dal bordo per garantire ai semi dei microgreens di ravanello il miglior letto possibile.
Prima della semina non dobbiamo trascurare la fase preliminare, fondamentale per lo sviluppo delle nostre bellissime piantine: è necessario lavare bene i semi per eliminare le impurità e lasciarli in acqua qualche ora per dar vita al processo di germinazione per poi essere piantati.
I semi dovranno essere distribuiti in maniera uniforme, si consiglia una densità di circa 4 semi ogni 2 cm e bagnati con uno spruzzino per garantirgli la giusta umidità per 2-3 giorni circa. Passati i giorni, bisogna coprirli con la pellicola da cucina e lasciarli al buio sempre per altri 2-3 giorni. Trascorso il tempo necessario per la stimolazione della germinazione, prenderemo i nostri contenitori e li esporremo alla luce.
I microgreens di ravanello in particolare hanno bisogno di molta luce per sviluppare il naturale processo di fotosintesi clorofilliana e, per accelerare il tutto, si possono utilizzare anche delle lampade a led in modo da garantire la luce per almeno 12 ore al giorno. Le lampade a led non sviluppano calore ma solo luce, non interferendo quindi con i livelli di umidità, hanno un consumo energetico molto basso e non peseranno sulle vostre tasche soprattutto se siete degli appassionati e non vi fermate a poche varietà da coltivare.
Irrigare i microgreens di ravanello
Come già specificato, il livello di umidità è fondamentale per il successo della nostra operazione. Nella prima fase è quindi consigliato bagnare i semi con uno spruzzino mentre, non appena le piantine saranno sbucate dal terreno, è importante irrigare dal fondo senza bagnare le giovani foglie, questo è anche il motivo per il quale è utile e importante lasciare quel centimetro di spazio tra vaschetta e terreno. Prima di procedere con l’innaffiatura dei microgreens di ravanello, si consiglia di toccare delicatamente il terreno per controllare che non sia già sufficientemente umido, ricordiamo che la troppa acqua genera la produzione di muffe e funghi che danneggiano la giovane pianta. A questo punto bisogna solo attendere la fase di raccolta che avverrà dopo 10 - 20 giorni dalla germinazione che, al contrario impiega circa 5 giorni.
Utilizzo in cucina
Qualcuno ha definito i micro-ortaggi "il cibo del futuro" perché mantengono una serie di peculiarità che diventano sempre più indispensabili nella nostra alimentazione. Sono reperibili in ogni stagione pur conservando uno stile di coltivazione molto naturale e garantiscono la filiera corta. Come già detto sono ormai reperibili anche in alcuni negozi bio ma, di fatto, non è poi così facile reperirli. Sono ricchi di vitamine, antiossidanti e si prestano benissimo ad essere consumati crudi, in particolare i microgreens di ravanello si utilizzano per colorare ogni tipo di insalata e aggiungono un tocco brioso ai sapori neutri, offrono una vasta gamma di impiattamenti per gli chef più ricercati che li utilizzano sempre più spesso nelle loro ricette gourmet. Dall'antipasto al dolce possono diventare i protagonisti e hanno trovato anche molto successo in concentrati e succhi da bere. Ottimi per salse di accompagnamento con i secondi di carne e di pesce. Intramontabile resta l’utilizzo del microgreens di ravanello nel pinzimonio al pari del suo fratello adulto.
In generale l’uso dei microgreens in cucina sono una rivoluzione culinaria perché dalle nostre case entra nei ristoranti stellati. Accorcia ogni tipo di distanza tra produttore e consumatore perché, nella maggior parte dei casi, chi consuma e utilizza in cucina questi prodotti li coltiva, garantendo alla propria salute un concentrato vitaminico e benefico senza eguali. Gli stessi chef utilizzano microgreens non certo industriali, dato che non esiste un prodotto simile e offrono quindi alla propria clientela la garanzia di un vegetale fresco e a chilometro zero. Sono il must di coloro che hanno adottato una dieta vegana o vegetariana che si sposa perfettamente con il concetto di alimentazione controllata e sicura.
Viene definito il super food e le ultime ricerche stabiliscono che un italiano su quattro ne fa uso, un piazzamento che arriva un po’ in ritardo rispetto alla diffusione nel resto d’Europa ma è un dato destinato a crescere perché in crescita è l’attenzione che gli italiani, in particolar modo le donne, pongono alla qualità del cibo e al mantenimento di una dieta sana e ricca di frutta e verdura.
Una scelta del tutto green che non ricade solo sul nostro organismo ma su tutta la filiera alimentare. Anche i nuovi spot pubblicitari e gli involucri di molti prodotti industriali enfatizzano le loro caratteristiche ecologiche del processo produttivo e degli ingredienti, a riprova del fatto che il consumatore è sempre più attento alle tematiche di eco-sostenibilità, salute e benessere a 360 gradi.